Finché c’è immaginazione c’è speranza.
Esiste un minuscolo immenso mondo che si incrocia fra realtà e immaginazione.
Quello che si fa largo fra la solitudine del sogno in cui può accadere ogni cosa, e la vita reale dove si è circondati da tanta gente in una apparente non-solitudine.
E’ un mondo per pochi, pochissimi, per quelli che credono si possa fare tutto senza avere per forza un fine se non quello dell’attuazione di un’idea immaginata.
Tutto qui.
Poi? si vedrà.
Quando iniziai a dipingere lo feci proprio fra quel momento e l’altro, in quello squarcio dove sogno e realtà si incrociano al punto giusto per soddisfare quell’urgenza di creare e mettere su carta, tela o chissà che altro, un’idea piccola e fragile. Tirarla fuori dalla mente e, dopo un po’, vederla grande e forte davanti a sé… così, perchè ce n’era solo il desiderio.
E’ qualcosa di improrogabile che si fa e basta, si fa per il bisogno, per l’emozione, per l’attimo di tumulto, per il dramma dell’esistenza, la passione, perchè quello spazio che c’è fra reale e irreale possa essere vissuto appieno. Senza sprechi.
Ed è ancora così.
Nel videoclip che uscirà a breve “It had better be Satanik” ho scoperto finalmente che quello spazio è vissuto anche da altri.
Tornando un poco indietro: poco tempo fa l’attrice Maria Flavia del Curatolo venne nel mio studio, “ho idea di fare un video, mi piacerebbe farlo nel tuo studio”, disse. Ed io senza pensare dissi: sì! “siamo in otto, poi il regista l’aiuto regista e poi… “Sì”, dissi ancora.
Ma non ho pensato, ho creduto e basta perchè mi ero accorta che in quel momento Maria Flavia era proprio in quello spazio fra quella cosa e l’altra, fra i due momenti, dove l’idea inizia a prendere forma davvero.
E così neanche un mese dopo passo due giorni nel mio studio con attori professionisti e attori improvvisati reclutati per le loro caratteristiche. Persone di ogni età, ma senza età, uniti per un’ideale comune: trovarsi in quello spazio di mezzo e condividere l’idea di qualcuno per puro “sentire”, per puro vivere. E ogni volta che ho aperto quella porta ho trovato uno sguardo diverso e un sorriso sempre più largo, un riguardo raro e un senso di collaborazione ed impegno unici.
Ed eccomi quindi catapultata in uno di quegli squarci tra un attimo e quello dopo, dove personaggi senza tempo davvero singolari nel loro genere (forse anche io), si fondono come in un film di Fellini.
E quindi con (in ordine di conoscenza), Maria Flavia del Curatolo (attrice), Andrea Donato (regista,) Giulio Ferro (aiuto regista), Oreste Acetelli (attore per l’occasione), Elena Vives (attrice), Angelo Gentile (attore per l’occasione), Andrea Zaccaria (attore per l’occasione), Claudia Burlacu (attrice), Claudio Acetelli (attore per l’occasione) e Andrea Frasca (attore per l’occasione), condivido questa immaginazione nella sua realizzazione e poi ancora: si vedrà.
Dopo il certosino lavoro di Andrea Donato che si occuperà del montaggio, il videoclip “It had better be Satanik” verrà presentato e non mancherò di dire come dove e quando.
Dopo tutto ciò che dire: ricordiamoci che c’è la vita, quella bella e spietata che non è eterna.
Poi c’è il sogno che si vive in solitudine, ma chi è fortunato e lo ricorda vive due volte e lo può anche raccontare.
E poi, c’è la “terra di mezzo“, quella che si può vivere da soli o in condivisione. Quella dove l’immaginazione la fa da padrona, dove non esistono malattie, problemi, dove tutto è possibile.
Dove ci si può vestire da Satanik, ballare la samba in modo sconclusionato, usare dei baffi palesemente finti, donare con immenso amore temporaneamente eterno finte rose rosse che sembrano vive, esser solenni, ridere a crepapelle, crederci davvero, indossare costumi come in un fumetto, vestiti troppo grandi, lottare e morire per finta, fare sorrisi che superano le pareti … insomma: quello spazio dove tutto, davvero tutto è possibile, e un solo momento diventa eternità.